L’outdoor, insieme al web, è l’unico mezzo in controtendenza, grazie a una crescita del +3,2%.



l mercato degli investimenti pubblicitari nel 2014 chiude in perdita di 158 milioni, con un meno 2,5% rispetto al 2013 che si era chiuso a -12,3% rispetto all’anno precedente. Ma si registra una timida inversione di tendenza che fa ben sperare in una ripresa graduale. E’ la fotografia scattata dai dati Nielsen sull’anno appena trascorso. “Il decremento del 2014 è il più contenuto degli ultimi quattro anni – spiega Alberto Dal Sasso, Advertising Information Services Business Director di Nielsen e da gennaio ancheNielsen Television Audience Meausurement Managing Director -. Se aggiungiamo le stime degli investimenti sulla totalità del digital che attualmente non misuriamo mensilmente, vale a dire video, social e search advertising, il mercato chiude a -0,4%” .
Relativamente ai singoli mezzi, la TV chiude l’anno a -0,5%, seppur con i tipici andamenti differenti al suo interno. Oltre alle performance positive legate agli eventi sportivi dell’estate, si distinguono per crescita anche i mesi di marzo e novembre.
I lievi segnali di ripresa che arrivano dalla stampa nel mese di dicembre consentono a quotidiani e periodici di chiudere il 2014 con un calo rispettivamente del -9,7% e del -6,5%.
La radio conferma gli andamenti positivi degli ultimi mesi e, grazie a un dicembre in crescita, ha chiuso il 2014 a -1,8%, in leggero miglioramento rispetto al totale mercato.
Anche internet, relativamente al perimetro attualmente monitorato, mostra una crescita nel mese di dicembre, attestandosi a +2,1% per tutto il 2014, che diventa + 7,6% se si allarga il perimetro dell’analisi alle categorie non abitualmente monitorate.
Il cinema e il direct mail confermano l’andamento negativo, seppur in misura differente, perdendo rispettivamente il -18,2% e il -4,5%. L’outdoor, insieme al web, è l’unico mezzo in controtendenza, grazie a una crescita del +3,2%.
“Il 2014 è stato un anno di transizione e di stabilizzazione del mercato – aggiunge Dal Sasso -soprattutto se guardiamo al trend di medio-lungo periodo, che ci può far parlare di una ripresa seppur su basi e valori assoluti di investimento più contenuti rispetto al passato. In termini di valori reali e nominali, si tratta degli stessi valori di fine anni 90, anche se allora si era verso la fine di un ciclo di crescita che sarebbe culminato nel 2000”.
Per quanto riguarda i settori merceologici, se ne segnalano 7 in crescita, con un apporto di circa 148 milioni di euro. Per i primi comparti del mercato si registrano andamenti differenti nel periodo cumulato: alla crescita degli alimentari (+3,4%, pari a 25 milioni) e della distribuzione (+6,9%, circa 23 milioni), si contrappongono un calo dell’automotive (-4,2%, circa 25 milioni) e la frenata delle telecomunicazioni, che con circa 129 milioni in meno di investimenti rispetto al 2013 registrano una performance negativa del -26,5%. I maggiori apporti alla crescita arrivano da finanza / assicurazioni(+20,6%), farmaceutici e sanitari (+9,3%) ed elettrodomestici (+8,5%), che complessivamente incrementano l’investimento di 85 milioni.
La finanza / assicurazioni è il settore che più incrementa la propria quota (+24% circa), seguita da  farmaceutici e sanitari (+12,6%) ed elettrodomestici (+11,7%).
“Gennaio non sembra avere dato segnali confortanti – conclude Dal Sasso – ma è presto per sbilanciarsi, perche il trend degli ultimi mesi aveva dato buone speranze. Le nostre previsioni sono ancora intorno alla “quota zero” per il 2015 in attesa di capire se i tre “capisaldi” della crescita – quantitative easing, debolezza dell’euro e calo del prezzo del petrolio – avranno un effetto positivo sull’economia reale”.

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